Andrea Cote
LA ROVINA CHE NOMINO
a cura di Alessio Brandolini
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LA ROVINA CHE NOMINO di Andrea Cote Finalista Premio Internazionale Camaiore 2024 XXXVI Edizione
In La rovina che nomino c'è il desiderio di capire ed esplorare perché non c'è ribellione senza luce, senza saggezza e questo a costo di allearsi con il dolore e la solitudine, di restarsene per giorni ad ascoltare il rumore di ciò che è disabitato. Credere nel "canto del deserto" significa tendere i propri sensi al mormorio delle cose inanimante, entrare in un territorio dove regna il dio dell'assenza. Si resta in attesa per dialogare di ciò che è andato perduto per sempre, nella terra desolata dove tutto scricchiola e ogni paesaggio è anche un presagio. La rovina che nomino è un libro intenso e compatto che sottrae con pazienza strati di lava, pietre, acqua e terra per arrivare in profondità, alle radici e Andrea Cote lo fa con bravura e un linguaggio poetico suadente e moderno, grumoso e affilato: "Il primo inverno è stato un crollo / una terra disegnata con un pezzo di carbone".
Dall'introduzione di ALESSIO BRANDOLINI
ANDREA COTE (Colombia, 1981) vive negli Stati Uniti dove insegna all'Università di El Paso e traduce dall'inglese. Ha pubblicato i libri di poesia: Puerto calcinado (2003), La ruina que nombro (2015), En las praderas del fin del mundo (2019) e l'antologia Cada paisaje es un presagio (2019). Suoi testi sono stati inseriti in antologie e tradotti in diverse lingue. Ha pubblicato i libri in prosa: Una fotógrafa al desnudo: biografia de Tina Modotti (2005), Blanca Varela o la escritura de la soledad (2004) e Chinatown a toda hora (2017).
i fili - 60 - gennaio 2024
pagg. 94, € 15
ISBN 978-88-97490-72-2
La scheda del libro (file PDF)
Le prime pagine (file PDF)
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