Edizioni Fili d'Aquilone

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POETI DEL QUÉBEC
a cura di Viviane Ciampi

RECENSIONI


"SEMICERCHIO" (rivista di poesia contemporanea), numeroXLVII (2012/2)
Poeti del Québec
di Michela Landi


"FERMENTI" (rivista), Anno XLI, N. 238, luglio 2012
Poeti del Québec
di Raffaele Piazza


"Le Monde diplomatique", aprile 2012
Poeti del Québec
di Mia Lecomte


"Progetto Geum", febbraio 2012
Poeti del Québec
di Marco Ercolani


"Fili d'aquilone", n. 24, ott./dic. 2011
Sull'antologia Poeti del Québec
di Rosa Elisa Giangoia


"Pomezia-Notizie", mensile, settembre 2011
Poeti del Québec
di Liliana Porro Andriuoli




"SEMICERCHIO" (rivista di poesia contemporanea), numeroXLVII (2012/2)
Poeti del Québec
di Michela Landi (Università di Firenze)


Un rinnovato interesse per il Québec si registra negli ultimi decenni; ne testimoniano le numerose pubblicazioni (tra cui si segnala il recente Traduire des français: des mots et des mondes, a cura di A. Farina e V. Zotti, Paris, Klincksiek, 2012, che si sofferma ampiamente sulla realtà quebecchese) e le iniziative di successo (scambi culturali, incontri, convegni, conferenze) promosse da varie istituzioni; prima tra tutte il Centro interuniversitario di Studi Quebecchesi (CISQ) che ha sede a Bologna. Dopo l’uscita dell’Antologia della poesia contemporanea del Québec a cura di Titti Follieri (Milano, Crocetti Editore, 1998), del ricco panorama della poesia quebecchese «Semicerchio» volle rendere testimonianza nelle Antologie di poesia straniera curate per «Repubblica» nel 2004; il volume di «Poesia francese» a mia cura le riservava, appunto, una sezione, presentandovi autori quali Michel Beaulieu e Claude Beausoleil.
Qui, come precisa la curatrice nell’introduzione (p. 5) «sono state scelte otto voci contemporanee di spicco, profondamente ancorate al mondo urbano», la cui lingua porta il segno di lotte e sofferenze; voci fedeli, sotto molti aspetti, alla lezione del maestro Gaston Miron, celebre autore de L’Homme rapaillé (1970) scomparso nel 1996. Più ampio spazio è concesso alla scrittura femminile, allo scopo di mettere in luce la forte incidenza, in questa realtà culturale, di un pensiero di genere già storicizzato; riflesso probabile di una società «di fatto» più fluida e meno condizionata dal fallocentrismo di matrice teocratica ancora per molti aspetti vigente in Europa. Ne testimonia l’uso corrente, non attestato in territorio francese, del femminile «auteure» (su questi specifici aspetti si rinvia agli atti del Convegno: Des mots et des femmens: rencontres linguistiques, a cura di A. Farina e R. Raus, Firenze, Firenze University Press, 2007; nonché al numero 62, giugno 2012, della rivista «Francofonia»: Femmes voyelles. Écrivaines du Québec).

Una condizione economico-sociale almeno simmetrica a quella della Francia pone certo il Québec in una posizione diversa, sul piano culturale, rispetto alle altre realtà francofone, in cui l’assimilazione linguistico-culturale si carica spesso di rivendicazioni politiche. Il dialogo è più disteso, e l’influenza dei paesi anglofoni in questa enclave francofona favorisce, ben più che un’aspra dialettica con le tendenze accentranti della madrepatria, uno spirito di collaborazione alla costruzione di un’identità comune. Collaborazione fruttuosa anche sul piano linguistico, essendo il Québec, come si accennava, un instabile laboratorio di inventività terminologica con cui il francese di Francia costantemente si confronta. L’ibridazione culturale franco-anglofona incide significativamente sulla produzione poetica locale, che coniuga certe tendenze formaliste – come ricorda Bruno Roy nella sua postfazione (p. 225) – con l’eredità pop della Beat Generation. L’identità dei «poeti-traghettatori» del Québec, come li definisce Viviane Ciampi, è dunque assai più fluida e articolata di quella francese. Mentre infatti quest’ultima si è oramai assestata su posizioni antagoniste ad una tradizione culturale autoritaria (costituendo, di fatto, un paritetico regime autocratico), la poesia quebecchese si contraddistingue per certo ecumenismo di matrice anglosassone; il suo sostrato culturale di riferimento è quello popolare della canzone (che è forse il genere più rappresentativo di questo Paese), con marche più evidenti di aderenza al quotidiano, di allocutività, di oralità e colloquialità. Ma, come molti di questi autori attestano (è il caso di Nicole Brossard, Antonio D’Alfonso, o Louise Dupré), anche l’anima estroversa del Québec ripiega, da qualche tempo, in quell’autoscopia contrita e impietosa; in quell’erotismo doloroso che la poesia nostrana ha elevato oramai a principio ontologico. Se, per molti di questi autori – ricorda B. Roy – «il privato è politica», un dato in particolare appare degno di attenzione per la sua drammaticità: è il diffuso trattamento letterale, carnale della «lingua», attraverso il quale si denuncia l’alienazione identitaria del soggetto: «la langue des uns est dans la bouche des autres», scrive Pierre Ouellet (p. 194-5). Si vedano, in particolare, Louise Dupré: «... me voici / os et muscles /[...] semblable à ces langues / qu’on exhibe sur les étagères / des grands marchés» (p. 164-5); o ancora Pierre Ouellet: «[...]mirages / en chair, en os [...] / [...] Sur le visage la bouche ouverte / [...] leur âme bée, leur langue pend, / les dents qui claquent dans un grand vent» (p. 180-1).

La storia del Canada francofono – a partire da quegli «acadiens» dispersi in mare per aver rifiutato il giuramento al re di Francia – può elevarsi a metafora del mondo globale in cerca di una nuova identità geopolitica e spirituale «la langue des hommes ne se rappelle / de rien celle des dieux s’oublie dans / les cieux derrière des portes /claquées», scrive ancora Ouellet. «Les hommes mettent un temps fou à repaver les rues» (p. 206) aggiunge Élise Turcotte, con probabile riferimento alla metaforica del pavé divelto che risale alla Rivoluzione francese.
Il dramma della nostra epoca quale appare oramai anche in molti di questi testi è, come già vide Benjamin, il sentimento, a seguito del ritiro di Dio dal mondo, di una morte lenta, accompagnato da quello di una catastrofe imminente.

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"FERMENTI" (rivista), Anno XLI, N. 238, luglio 2012
Poeti del Québec
di Raffaele Piazza



Poeti del Québec è un’antologia che include poeti e poete della vasta e sontuosa provincia del Canada, dove si parla prevalentemente francese.
Ogni singolo componimento, tradotto in italiano, presenta a fronte la versione in lingua originale. Viviane Ciampi scrive nella prefazione che nella grande fioritura del Québec (la provincia francofona del Canada) sono state scelte otto voci contemporanee di spicco, profondamente ancorate al mondo urbano, che nella loro viva esperienza hanno trovato la consapevolezza di una lingua derivata da lotte e sofferenze subite in passato.

PAUL BÉLANGER, poeta e saggista, è nato a Lévis nel 1953. A partire dal 1982 pubblica testi e poesie nelle riviste del suo Paese e all’estero. Oltre il velo, la silloge che l’autore ci presenta, è costituita da quindici poesie, ognuna suddivisa in strofe, tranne una. In questa raccolta si riscontra una marcata visionarietà e tutte le composizioni sono strutturate in lunga ed ininterrotta sequenza; qui è presente una forte venatura filosofica, in quanto il poeta riflette spesso sul senso della vita; i suoi versi sono leggeri, scattanti e icastici.

CLAUDINE BERTRAND è nata nel 1949 a Montréal, dove vive. Nella silloge che l’autrice ha pubblicato nell’antologia, raccolta intitolata Dare un senso all’insensatezza, incontriamo diciassette componimenti tutti senza titolo; da notare che le prime tre poesie presentano versi lunghi, che si estendono per tutta la pagina, come se si trattasse di prosa; queste tre composizioni sono molto rarefatte e icastiche e i versi, in esse, sono concentrati e scattanti, nella loro leggerezza. Cifra essenziale della poetica della versificatrice è quella dell’eleganza formale.

NICOLE BROSSARD, narratrice e saggista, è nata a Montréal nel 1943. In Sul bordo rovesciato di vivere, la Brossard esprime la sua poetica, caratterizzata, come scrive Viviane Ciampi, da una parola dalla cifra inconfondibile, ruvida e sensuale, dalla sintassi ribelle, con rotture semantiche che incendiano la pagina. La silloge è composta da poesie caratterizzate da una totale assenza di punteggiatura; i versi sgorgano in modo fluido, scattante e icastico e sono connotati da vaghezza ed alogicità.

ANTONIO D’ALFONSO è nato a Montréal nel 1953 da genitori italiani. In Nutrirsi alle radici, la silloge poetica inclusa nell’antologia, il tessuto linguistico ha, per cifra dominante, una certa chiarezza, che è connessa ad un’accentuata narratività; ogni poesia è strutturata come un insieme di frasi brevi. È evocata due volte in Felice la tematica della ferita; nei versi iniziali la condizione alla quale si paragona il poeta è quella lieta del sangue che sgorga da una ferita; alla fine del componimento viene detta l’immagine di parole che emergono da una ferita.

DENISE DESAUTELS è nata a Montréal nel 1945. In Archeologia dell’intimo sono presenti due sequenze poetiche con testi numerati, la prima composta da sei componimenti, la seconda da cinque. Come scrive la curatrice, sullo sfondo del suo poetare appare una riflessione a volte dura, irriducibile, che chiede udienza al passato e al tempo stesso s’interroga sulla distanza che separa gli esseri, distanza che non può, non deve essere definitiva; tale lontananza può essere anche temporale e consistere in un secolo o due.

LOUISE DUPRÉ è nata s Sherbrooke nel 1949, vive a Montréal. In La pienezza del dire la poeta presenta dodici componimenti senza titolo, caratterizzati da una certa verticalità. Viviane Ciampi afferma che l’autrice entra nella corrente della scrittura dell’intimo che, a partire dagli anni ’80, ha tentato di apporre le parole a ciò che sfuggiva alla cultura dominante, vale a dire la parola dissidente, trasgressiva. Notiamo l’esistenza di un “tu”, al quale la poeta si rivolge e ritroviamo, in questa scrittura, la presenza di una natura, detta in modo rarefatto e sorgivo.

PIERRE OUELLET è nato nella città di Québec nel 1950. Secondo il parere della curatrice, l’autore strattona i codici, li stravolge, interroga la lingua. Lo fa con una materia poetica che attinge alla miniera del reale e sono sufficienti pochi versi per produrre le fratture, i cortocircuiti di senso. È una scrittura icastica e non manca una forma anarchica nel tessuto; queste caratteristiche si ritrovano in Fatalità della deflagrazione, la silloge di Ouellet inclusa nell’antologia.

ÉLISE TURCOTTE è nata a Sorel nel 1957. In Ritratto di donna con bruma intorno, veniamo subito catapultati dinanzi ad una parola di bruma depositata nell’estremità del mondo di fronte a “un invisibile che si deforma”, come scrive la Ciampi. Il tono dei testi di questa autrice è sognante e visionario, chiaro e narrativo ed emerge un’ottima tenuta dei versi lunghi. È una scrittura suggestiva che trova nella trasparenza e nell’icasticità le sue cifre distintive; le descrizioni tendono a mostrare suggestioni materiche di paesaggi interiori ed esteriori dell’io-poetante e tutto l’ordine del discorso è sotteso ad una vaghezza che confina con il sublime.

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"Pomezia-Notizie", mensile, settembre 2011
Poeti del Québec
a cura di Viviane Ciampi
(Edizioni Fili d’Aquilone, Roma, 2011, € 15,00)
di Liliana Porro Andriuoli

Il Québec è attualmente una delle due province francofone del Canada (l’altra è il Nuovo Brunswick) dove, quantunque persista ancora in molti degli abitanti un sentimento di appartenenza alle loro lontane origini francesi, la gran parte non riconosce le proprie radici esclusivamente nella cultura e nella civiltà della Francia attuale. Non è infatti possibile capire la poesia del Québec “se non si confuta subito il luogo comune” che vorrebbe in qualche modo fare di questa provincia “una sorta di specchio della Francia”. È vero che la lingua quebecchese può apparire ‘quasi identica’, ma quel ‘quasi’ “sprigiona colori, asperità, ed inoltre la lingua medesima si diversifica di continuo”.
Ciò è appunto quanto asserisce Viviane Ciampi, la quale di questa poesia si è di recente nuovamente occupata1 in un interessante florilegio di alcuni poeti contemporanei del Québec. Poetessa, traduttrice e saggista di pregio, nata a Lione, ma da parecchi anni residente a Genova, la Ciampi ha infatti curato un’antologia dal titolo Poeti del Québec (Edizioni Fili d’Aquilone, Roma, 2011), che contiene parecchie significative liriche, da lei tradotte con testo a fronte, di otto poeti della provincia in questione, scelti tra i più rappresentativi.
Si va così dai “versi polisemici, per non dire polifonici, che oscillano tra canto e pensiero” di Paul Bélanger alla “poesia sensuale e incantatoria, per mezzo di imprevedibili magie” di Claudine Bertrand; dalla “cifra inconfondibile, ruvida e sensuale” e dalla “sintassi ribelle” di Nicole Brossard all’espressione di un profondo malessere, determinato da una crisi di identità, propria di Antonio D’Alfonso; dalla fuga assidua nella memoria, dove la ricerca del passato è lo strumento per acquisire una maggiore consapevolezza di sé, tipica di Denise Desautels all’“investigazione della soggettività”, allo scopo di “mettere in luce ciò che rimane in ombra” di Louise Dupré; dalla poesia “dell’urto, fatta di caos, di soprassalti, di singhiozzi, d’improvvise apnee” di Pierre Ouellet alla poesia nella quale tragedia e volontà di canto compiutamente si fondono, a testimonianza di un secolo nel quale “tutto va in frantumi «ma che ci chiede di esistere»” di Élise Turcotte.
Caratterizza tutta questa poesia la perentorietà del dire e l’originalità delle immagini, spesso di stampo surreale e di forte espressività, che pienamente risaltano anche nelle versioni della Ciampi, sempre di ottima resa. Se ne veda qualche breve esempio: “L’aube brûlait les lèvres / du jeune noyé”, Tu bredouilles des insultes (“L’alba bruciava le labbra / del giovane annegato”, Balbetti degli insulti), di Paul Bélanger; “À genoux / la nuit entre dans l’océan / pour narguer les amarres”, Mine de rien (“In ginocchio / la notte si addentra nell’oceano / per sfidare gli ormeggi”, Come se niente fosse), di Claudine Bertrand; “Je n’arrive pas à effacer / l’idée que devant le temps / feuille ou enfant / le temps répète tempête / ou labyrinthe / persone ne songe à résister”, Les yeux de Woolf et de Borges (“Non riesco a cancellare / l’idea che davanti al tempo / foglia o bambino / il tempo reiteri tempesta / o labirinto / nessuno sogna di resistere”, Gli occhi di Woolf e di Borges), di Nicole Brossard; “Tu oublies ton passé, mais le passé ne t’oublie pas”, La perte de ta culture (“Dimentichi il tuo passato, ma il tuo passato non ti dimentica”, La perdita della tua cultura), di Antonio D’Alfonso; “Immanquablement nous mourons, engluées dans nos larmes, après chaque disgrâce”, Immanquablement (“Immancabilmente moriamo, invischiate nelle nostre lacrime, dopo ogni sventura”, Immancabilmente), di Denise Desautels; “il suffit de si peu / pour raviver le corps // frémir sous la caresse / d’une voix ou d’une ville / fiévreuse, avancer // plus vite que l’ivresse / d’anciennes colères”, il suffit de si peu (“basta così poco / per ravvivare il corpo // fremere sotto la carezza / d’una voce o d’una città / febbrile, avanzare // più in fretta dell’ebbrezza / d’ire antiche”, basta così poco) di Louise Dupré; “La langue des arbres ne se parle plus / qu’au ciel celle de la terre s’exilie dans celle / du vent”, La langue des arbres (“La lingua degli alberi non si parla più / che in cielo quella della terra si esilia in quella / del vento”, La lingua degli alberi), di Pierre Ouellet; “Ce soir, l’attente va s’agripper à toi, / E tu finiras par jeter de vieux cailloux / Dans l’enceinte du temps”, Ville du chaud et du froid (“Stasera, l’attesa a te s’avvinghia, / e finirai col gettare vecchi sassi / nella cerchia del tempo”, Città del caldo e del freddo), di Élise Turcotte.

Completa il libro uno scritto di Bruno Roy (anch’esso tradotto da Viviane Ciampi), Le stagioni della poesia del Québec, che in una rapida sintesi ci offre il percorso di questa poesia, dalle origini ai giorni nostri.
Da notare per incidens che su una campionatura di otto poeti ben cinque sono donne: e ciò fa sorgere spontanea la domanda se questo sia un fatto puramente casuale, che riflette l’esistenza in Québec di una preponderanza di poetesse rispetto ai poeti, oppure se tale scelta dipenda da una predilezione personale della curatrice (essendo la Ciampi poetessa in proprio), o nasca magari da qualche suggerimento dell’amica poetessa Claudine Bertrand, fondatrice dell’unica rivista tutta al femminile “Arcade” (durata 25 anni), con cui la Ciampi ha a lungo collaborato.
Ciò che conta comunque è il fatto che il libro di Viviane Ciampi si offra a noi tutti come un lavoro di notevole utilità, dato che consente un approccio non superficiale a una poesia forse sinora poco conosciuta, ma che appare degna di molto interesse, per i pregevoli traguardi d’arte che in moltissimi casi consegue.


1 Costanti contributi alla conoscenza della poesia del Québec sono già stati offerti in passato dalla Ciampi. Si vedano in particolare alcuni articoli pubblicati in collaborazione con la poetessa Claudine Bertrand sulla rivista on line “Fili d'aquilone” (n. 6, 2007 e successivi). Un’interessante intervista a Claudine Bertrand, è inoltre apparsa, a nome di Viviane Ciampi su “Icaro”, periodico di Arte e Cultura, n. 5, 2008.

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